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Ermetismo. Saldi di stagione

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Si scrive solo per sè stessi

e se si scrive in modo incomprensibile

allora è narcisismo puro.

Perchè  si scrive?

E perchè poesia?

Si risponde all'arte, si dice,

ma siamo sicuri che l'arte

ci chiami davvero?

 

Qualcuno scrive per rabbia, disperazione,

oppure per sfuggire alla noia

o anche per scavare dentro di sè e poi

blindare ciò che  scrive.

Perchè  chi legge interpreti come vuole

e non capisca,

in questa rimanenza

di magazzino della poesia,

niente.

 Salvatore Pizzo - 12/04/2017 16:49:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Sinceramente, mi sfuggono i termini della discussione.Trovo, senza alcun intento offensivo, banale considerare narcisista chi scrive poesie: certo che lo è. Chiunque scriva poesie, o sia artista, è narcisista, anche se in misura variabile. E’già il desiderio di esternare, impellente o meno, a farci narcisisti. Dal momento che, per se stessi o per il mondo, comunque si ostenta parola per comunicare qualcosa. Per quanto riguarda i motivi di questo narcisistico esternare, credo che si debbano ricercare essenzialmente in ciascun autore, poichè essi sono molto personali. Come la stessa sensibilità che ci fa preferire un tipo di poesia piuttosto che un’altra. In ultimo, ma non meno importante, è riuscire a definire cosa sia arte: ci sono coloro che la ancorano a ben determinati canoni ed altri che invece cercano di sconvolgerli, cambiarli. Di una cosa riesco ad essere certo: l’arte cresce e muta come ed assieme all’essere umano. Dire che si scriva in"modo incomprensibile"è un po’ come affermare che si sia scorretti nella grammatica, ovvero che non la si conosca o che, dunque, si falsifichi il linguaggio, rendendo la comunicazione impossibile. E questo potrebbe anche darsi: ci sono persone che cercano di scrivere, pure avendo risicate conoscenze grammaticali e letterarie, e riescono anche a scrivere molto bene, in quanto a comunicazione; oppure, dati i tempi molto paranoici in cui viviamo, potrebbe esserci qualcuno tentato di criptare i propri messaggi, per paura che vengano intercettati dal nemico. Però, ponendo la buona fede di chi scrive, si può arrivare tranquillamente alla conclusione che: se non si comprende un testo, ciò può essere dato anche dall’assenza di strumenti adatti alla comprensione. Nel caso della musica, se non si conosce la lingua di chi canta una canzone, di certo ci sfuggirà il senso ed il significato di ciò che si ascolta. Ma ciò non pregiudica la canzone, poichè è la musicalità ed il ritmo a farcela piacere. Non credo che sia poi così diverso in poesia: ci può risultare incomprensibile, astruso, il testo; però, se la sentiamo come poesia, ecco che dovrebbe scattare lo stesso meccanismo simpatetico, facendocene apprezzare quel nonsoche ci arriva direttamente al cuore, senza per questo riuscire a comprenderne il significato. Insomma, vorrei concludere dicendo che: non può essere preoccupazione per chi scrive di farsi capire. Lo deve essere il cercare di esprimere se stesso. Se poi questa ricerca di espressione può condurre a scrivere qualcosa che viene riconosciuta da molti come poesia, vuol dire che si è a buon punto. Se, invece, si rimane nell’aleatorio e nell’incomunicabilità, non vuol dire che non si scriva poesia, bensì esplica che non si è riusciti a comunicare il proprio sentire, per un motivo o per un altro. Allora la risposta passa al tempo ed alle sue polveri nel cancellare e rimodulare le mode. O, più volgarmente, come si usa dire: se son rose fioriranno.
E’tutto qui: certo che si scrive per sè stessi, per sfuggire alla gabbia fisica che ci racchiude, nella speranza di riuscire ad abbracciare l’universo tramite il linguaggio, magari sforando il confine tra la vita e la morte, arrivando all’ade per tornarne indietro con la preziosa fiamma dell’immortalità...Impresa ardua, si sa, ma finchè si è vivi vale la pena provarci, non credi?
Grazie infinite per lo spazio generoso e venia se ho approfittato della pazienza, poichè è verboso il mio pensiero.
Un caro saluto

 Jacob l. - 12/04/2017 14:31:00 [ leggi altri commenti di Jacob l. » ]

Ma sì, in effetti mi riferisco alla poesia "incomprensibile", questa specie di neo-ermetismo però mi sembra si porti dentro un pò di narcisismo e un pizzico di autocompiacimento. Vedremo tra cinquantanni.
Ermetismo anni venti ecc.. rifletteva un’epoca che richiedeva quel tipo di linguaggio, come reazione alla poesia dannunziana e crepuscolare.
Comunque, visto che si scrive per se stessi, va bene così. Scriviamo poesia. E parliamone.
Grazie Leonora.
J.

 Leonora Lusin - 12/04/2017 00:18:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Come al solito ho scritto il mio commento senza prima leggere quelli degli altri.Ecco penso che ci sia un po’ di battibecco sul termine "ermetismo" che Jacob usa come sinonimo di "incomprensibile e che di sicuro mette in relazione con alcune pratiche onanistiche dell’io...di certo non si riferisce alla corrente letteraria dell’Ermetismo.
Amina-Claudia se la ride mentre duramente sta lavorando sugli Haiku. Pratica che ad un certo punto del suo percorso poetico fece anche la grandissima Margherita Guidacci (per favore leggetevi almeno "Il buio e lo splendore", uno dei punti più alti della poesia italiana del 900)
Buonanotte.

 Leonora Lusin - 12/04/2017 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Quando ho scritto "Autentico non è il suono ma l’intento" pensavo anche al tuo modo di fare poesia, nei tuoi testi l’Intento non manca mai. Un saluto.

 Jacob l. - 11/04/2017 13:03:00 [ leggi altri commenti di Jacob l. » ]

Caro Nando, grazie per la domanda. Non sceglierei mai, se non a caso di volta in volta. D’altronde non sono un critico di professione (!?); sono convinto - come te - che Poesia sia un arcipelago. Però posso dire, senza dubbio, di preferire alcune isole ad altre, e magari di esprimere una specie di critica. O no?

 Auro d’Arcola - 10/04/2017 23:01:00 [ leggi altri commenti di Auro d’Arcola » ]

Sì, sì, infatti mi riferivo al mito, non alla persona. Anche perché, facci caso, i primi ad esserne disturbate sono le stesse persone mitizzate. Sono certo che anche Amina sarebbe più felice di ricevere talvolta qualche forma di critica, piuttosto che unicamente apprezzamenti che contribuiscono ben poco alla crescita della dimensione individuale, di cui tutti, è il mio pensiero, abbiamo avuto, abbiamo e avremo sempre bisogno. Notte Nando, alla prossima...

 Nando - 10/04/2017 20:36:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Sai, Auro, sarebbe impossibile demolire o anche solo punzecchiare Dante, solo perché sono di più le pagine scritte su di lui piuttosto di quelle scritte da lui stesso; così per Amina: come puoi scalfirne la grandezza, di cui i panegirici non sono che flebili echi?

Jacob, perché occorre sempre scegliere aut-aut-? La Poesia è un arcipelago e varie e diverse tra loro le sue isole; perché questa tentazione di omologarne le tante possibili espressività?

 Jacob l. - 10/04/2017 19:32:00 [ leggi altri commenti di Jacob l. » ]

Sono d’accordo con Nando ( che leggo spesso e mi piace ciò che scrive - a volte)solo per la prima parte del suo commento ( gabbie formali , dogmatismi, anarchia, mancanza di canoni...). Chiedo alla poesia emozioni senza l’intermediazione di una decodifica.
Mi fa piacere che la mia " poesia " provochi un piccolo dibattito.
Ben venga. Forza, scriviamo di poesia. E il neorealismo, Brecht, Neruda, Lee Masters.... che ne dite?
Grazie.
J.

 Auro d’Arcola - 10/04/2017 19:09:00 [ leggi altri commenti di Auro d’Arcola » ]

no, l’onore è sempre mio... è vero, è vero, sarebbe riduttivo. ma sai com’è, ultimamente l’ho beccata un pochettino... è che quando leggo interminabili panegirici nei commenti, mi viene quasi l’istinto iconoclasta di demolire il mito... ma, come le ho anche scritto, a mio giudizio è davvero un’ottima poetessa, con pubblicazione, peraltro, anche su Lietocolle, dove sostanzialmente è passata la migliore poesia italiana dell’ultimo ventennio. Ciao Nando, e grazie sempre per gli scambi molto istruttivi...

 Nando - 10/04/2017 18:32:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Auro, sono io che mi lusingò do pensarla come te.
Non ho detto che Amina sia una poeta ermetica, ho detto che la bellezza poetica di Amina chiede al lettore un onesto sforzo di ascesa, dire che la sua scrittura sempre sublime, sia immediatamente comprensolibile nei suoi diversi livelli di lettura, credo sia un ingeneroso riduzionismi; ad ogni modo, non l’avevo definita né ermetica né di altra categorizzazione

 Auro d’Arcola - 10/04/2017 18:25:00 [ leggi altri commenti di Auro d’Arcola » ]

Se uno come Nando la pensa come me, allora sono sulla buona strada. Cheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee??????? Se Amina è ermetica, io sono Ungarettiiiiiiiiiiii

 Nando - 10/04/2017 17:09:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Le poesie possono essere belle o brutte, posticce o autentiche, comprensibili o dadaiste, l’unica cosa che, secondo me, mal sopportano sono le "gabbie formali" ovvero i dogmatismi prescrittivi (l’esperienza poetica si dà sempre a posteriori), cioè, è la Poesia che è essenzialmente anarchica rispetto ad ogni volontà di canoni definitivi. Certo è che non si scrivono poesie per comunicare, il linguaggio poetico è altro rispetto all’uso ordinario della lingua, che pure è la medesima. Quando leggo poesia, non chiedo al testo informazioni, ma emozioni in senso ampio, ciò può avvenire anche con un testo "incomprensibile"; solo dopo viene semmai la comprensione e la decodificazione. Perciò posso apprezzare la tua " Come ti vorrei" e anche amare molto autori ed autrici meno immediati alla lettura, i cui testi però mi conducono alla bellezza (solo per citarne un paio, direi Giordano, Amina; ma certo non i soli ad avere corpo e talento).

 Auro d’Arcola - 10/04/2017 16:36:00 [ leggi altri commenti di Auro d’Arcola » ]

Presumo che tutti scrivano per ragioni simili. Non condivido, ovviamente, la critica all’ermetismo, che, infatti, è stata un’importantissima corrente poetico-letteraria del Novecento e, in forme attualizzate, annovera numerosi adepti anche ai nostri giorni. Io, di sicuro, lo sono. Però, diversamente da te, adoro leggere anche poesie d’amore, sulla natura, prosa narrativa e poesie scritte con linguaggio accessibilissimo. Infatti, ti leggo spesso...

 Klara Rubino - 10/04/2017 16:28:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Anch’io scrivo perché mi piace, perché ne ho una fame nervosa!
Scivo dunque per tranquillizzarmi.
Scrivo perché è il mio percorso di crescita spirituale e vorrei tanto diventare una vecchia serafica sorridente signora che non teme la morte pur amando la vita.
Scrivo per amare la vita per come passa attraverso di me, che sono il filtro, la lente e Dio ci parla solo attraverso la vita, così lo conosco un po’ meglio!o forse lo riconosco.
Del resto non mi interessa, mi interessa se qualcuno si riconosce in qualcosa di me e se io mio riconosco negli altri, perché allora si è più vicini all’anima autentica,un paradosso,ma la stessa.

 Jacob l. - 10/04/2017 15:51:00 [ leggi altri commenti di Jacob l. » ]

Bella domanda.
Scrivo per me stesso testi comprensibili, spesso semplici, cose a volte quasi ingenue. Non scrivo per stupire con frasi sistematicamente complesse sino alla totale incomprensione che sfido chiunque... compreso forse chi le scrive.
Scrivo poesie e canzoni perchè mi diverte e voglio che chi legge, se ne ha voglia, capisca bene tutto.
Scrivo perchè mi piace farlo.
Tu perchè scrivi?
J.

 Klara Rubino - 10/04/2017 15:33:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Tu Jacob, perché scrivi?

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